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Perché Resistere alla Resistenza Non ci Fa Crescere

Monica Berg
Aprile 11, 2022
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Nel 1880, Thomas Edison brevettò la prima lampadina commerciale. Costruendo sul lavoro di inventori precedenti, perfezionò il fenomeno noto come incandescenza - o, per come la pensiamo noi, la luce di una lampadina! Il segreto sta nella resistenza elettrica creata dai filamenti di carbonio. Edison scoprì che maggiore era la resistenza, più forte e più a lungo sarebbe durata la luminescenza. In altre parole, l’ostacolo (o la resistenza) non era un impedimento, ma era proprio “la via”!

Questa è un’idea importante anche dal punto di vista spirituale. Come mio marito Michael ha condiviso in un recente episodio del Podcast Spiritually Hungry: “Ciò che succede fuori dai miei piani sarà inevitabilmente meglio per me di qualunque cosa abbia organizzato per me stesso!”. Pensare in questo modo richiede certezza nella saggezza del Creatore. Ci sfida a lasciar andare la paura e a fidarci che qualunque apparente ostacolo ci si ponga davanti è esattamente ciò di cui abbiamo bisogno per la nostra crescita in questo momento.

E questa idea è dimostrata nelle nostre vite persino attraverso il momento della nascita. Dalle barriere che ci sostenevano, veniamo al mondo, all’aria aperta. Poco dopo, abbattiamo la barriera del linguaggio (non è vero che sembriamo tutti parlare una lingua incomprensibile ai neonati?). Tuttavia, non importa dove un bambino nasca nel mondo, decifrerà il codice e creerà significato a partire da suoni arbitrari. È come se fossimo nati per trasformare gli ostacoli nei nostri più grandi traguardi!!

Qualche volta ce lo dimentichiamo e vediamo le sfide come nemici da sconfiggere invece che come i veicoli di trasformazione che effettivamente sono. Mi ricordo quando, anni fa, ho affrontato un intenso ostracismo, l’esame minuzioso e il giudizio degli altri. Mi è stato detto di non essere intelligente. Che avrei dovuto farmi più piccola perché gli altri si sentissero più grandi. Che non avevo quel che ci voleva per diventare una persona sufficientemente forte da parlare ad un pubblico - figuriamoci, poi, di riuscire a smuoverlo. Alla fine, mi sono stufata di vivere la mia vita consumata da ciò che gli altri pensavano di me ed esausta dal tentativo di compiacerli. Alla fine, ogni volta che una di quelle persone mi insultava, mi portavo quell’insulto allo specchio e decidevo io come volevo essere definita. Quell’offesa conteneva un granello di verità? Bene, allora potevo crescere attraverso quella cosa. O (più facilmente) era il risultato del senso di inferiorità di qualcun altro, della sua competitività o della sua gelosia? Per quanto dolorose, quelle frecce sono state strumenti per comprendere me stessa. Invece di trattenermi dall’andare avanti, quegli “ostacoli” sono stati i propellenti che mi hanno spinto avanti! E sono grata di aver ricevuto la possibilità di crescere e creare un grande cambiamento come risultato.

Smuovere, o persino abbattere quelle barriere percepite, potrebbe sembrare il modo giusto di procedere - tuttavia, il vero potenziamento di noi stessi avviene quando siamo noi, come la lampadina, ad imparare a gestire la resistenza. Gestire quelle sfide e quei cambiamenti improvvisi che la vita ci mette di fronte ci richiede di metterci alla guida delle nostre esistenze. Il dottor Alex Lickerman, autore di The Undefeated Mind, attribuisce il proprio successo come medico e ricercatore in gran parte al non essere stato ammesso ai National Boards. Il “fallimento” l’ha portato a comprendere il potere della speranza - che lui vede come il principale ingrediente per sconfiggere le avversità. “La sconfitta non viene dal fallire, ma dall’aver lasciato perdere”, scrive. E questo è vero in praticamente qualunque area della nostra vita. Le relazioni che falliscono possono essere specchi che ci permettono di riconoscere abitudini negative nel nostro comportamento (o nella scelta dei nostri partner). Le malattie possono darci modo di diventare migliori nel guardarci dentro ed apprezzare la vita. In Ebraico, la parola per “sfide e prove” è la stessa per “elevazione”. Spesso, quelle sfide contengono anche qualcosa di sconosciuto che, come insegna la Kabbalah, contiene più benedizioni di ciò che invece già sappiamo. Quindi, quando qualcosa è difficile e ci mette alla prova, mettiamoci alla ricerca delle benedizioni! Chi sarebbe stato Odisseo senza i tanti ostacoli inaspettati che ha affrontato nel grande mare? E, rimanendo in tema di “odissee”, parliamo della mia illogica (eppure così reale!) paura degli ascensori. Indovinate come ho fatto a sconfiggere questo terrore così debilitante? Prima di tutto, ho deciso che quella era una paura che non avevo più intenzione di portarmi in giro…e poi - sì, avete indovinato - ho cominciato a prendere più ascensori. (Ok, ammetto che trasferirmi da Los Angeles a New York City in qualche modo ha “incoraggiato” questo cambiamento - ma, comunque, è successo!). L’unico modo per superare l’ostacolo era saltarci sopra ed elevarmi - letteralmente!

Il che mi riporta a Thomas Edison. Alla veneranda età di 67 anni, l’intero laboratorio di Edison rimase vittima di un devastante incendio - e con esso anni di appunti, prototipi, esperimenti e ricerche. Dopo lo shock iniziale, Edison concluse che si era sbarazzato di “un sacco di spazzatura” e guardò nuovamente alla perdita come a una possibilità di ricostruire un laboratorio nuovo e migliorato. Nel giro di un anno, i suoi rinnovati sforzi gli resero più di 10 milioni di dollari in termini di profitti! Questa volta Edison mise in evidenza un altro elemento relativo alla gestione del potere degli ostacoli: una mentalità positiva, ottimista e piena di speranza.

Oggi, vi incoraggio a rivedere gli ostacoli e le sfide della vita come importanti trampolini di cui approfittare subito per crescere. Cominciamo facendo pratica con quella che la scienza chiama “pulizia mentale”, rimuovendo consapevolmente qualunque pensiero limitante. Buttiamo fuori il parlarci negativamente, il parlare male degli altri e i quotidiani pensieri catastrofici. E poi chiediamoci: come posso fare leva sul mio prossimo ostacolo in modo da rivelare la benedizione nascosta?
Come disse una volta Marco Aurelio: “Ciò che si frappone sulla nostra strada diventa la strada”. Perché, qualche volta, se dobbiamo brillare nel modo più forte possibile, la resistenza è esattamente quello di cui abbiamo bisogno.


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