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Trasformare l’Esilio in Redenzione

Michael Berg
Aprile 2, 2023
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Rav Ashlag fornisce una breve spiegazione della Haggadah, il testo che leggiamo in occasione del Seder di Pesach. Spiega che aggiungendo la lettera Alef, che rappresenta la Luce del Creatore, alla parola Goleh, esilio, si ottiene la parola Geulah, Redenzione. Questo ci insegna, dice Rav Ashlag, che l’unico modo per arrivare alla Redenzione è accogliere e trasformare l'oscurità.

La maggior parte di noi attraversa nella propria vita momenti di oscurità che vuole superare in fretta, sperando di arrivare rapidamente alla Luce. Ma affinché la vera Luce possa manifestarsi, dobbiamo essere in grado di trasformare l'oscurità, di fare esperienza della Luce nell'oscurità; perché non si tratta di vivere l’oscurità e poi arrivare alla Luce, ma è proprio l'energia dell'oscurità che si trasforma e diventa Luce. Pertanto, Rav Ashlag ci insegna che se siamo in grado di infondere l'Alef, la Luce del Creatore, nell'oscurità, se abbracciamo il buio sapendo che è un'energia che deve essere trasformata, allora iniziamo a godere di quei momenti di buio, perché ogni momento di difficoltà è un momento di Luce e di energia di cui abbiamo bisogno per ricevere la totalità delle benedizioni.

" In ogni esperienza di dolore o di oscurità, c'è un'energia che aspetta di essere trasformata, in modo che la sua Luce possa essere rivelata".

C'è una porzione dello Zohar, in Tetzaveh, dove Rav Shimon cita un versetto del Libro di Daniele: "Il Creatore rivela ciò che è profondo e nascosto... il Creatore conosce ciò che si trova nell’oscurità... se non fosse per l’oscurità che si trasforma, l'energia al suo interno che si trasforma... non conoscereste mai la Luce...". Egli usa queste tre parole, yada ma bachashucha; se siamo connessi alla Luce del Creatore, possiamo conoscere ciò che è nelle tenebre.

La maggior parte di noi non sa cosa ci sia nell’oscurità e pensa di doversene liberare il prima possibile. Ma la verità è che il motivo per cui le nostre benedizioni sono limitate è che non conosciamo la grande Luce o energia che esiste nell'oscurità. In ogni esperienza di dolore o di oscurità, piccola o grande che sia, c'è un'energia che aspetta di essere trasformata, e solo attraverso la trasformazione di essa può arrivare la vera benedizione; "... se non fosse per la Luce e per l’energia che esiste nell'oscurità... la grande Luce non potrebbe essere rivelata.”

Come ci insegna Rav Ashlag, ciò che distingue Goleh e Geulah, l’oscurità e la Luce, è solo l'iniezione della Luce del Creatore. E quando riusciamo a infondere la Luce del Creatore in qualsiasi situazione di oscurità, riceviamo benedizioni più grandi di quanto possiamo immaginare. Uno dei grandi doni di Pesach, quindi, è che vogliamo imparare, conoscere, avere davvero la consapevolezza di ciò che c’è in quelle sfide e in quell'oscurità.

Rav Ashlag ci dice: "Non esiste alcuna differenza tra il tempo delle tenebre e il tempo della grande Luce, se non per la lettera Alef". Se riusciamo a sentire e a sperimentare questa consapevolezza, mantenendola nella nostra mente non solo durante Pesach, ma per tutto il resto dell'anno, allora ogni volta che vivremo una sfida e sapremo con certezza che si tratta della Luce del Creatore, potremo trasformare la Goleh, l'oscurità, nella Geulah, la Redenzione, la più grande benedizione. E a Pesach, se lo desideriamo, ognuno di noi può dare inizio a questo processo.


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