Ricordi il libro Harold e la matita viola di Crockett Johnson? È un grande classico. Un bambino usa una semplice matita viola per disegnare il mondo che attraversa e che sperimenta:
Una sera Harold decise di andare a fare una passeggiata al chiaro di luna. Ma non c’era la luna, e Harold aveva bisogno della luna per una passeggiata al chiaro di luna. Per fortuna, aveva portato la sua matita viola. Così disegnò la luna. Aveva anche bisogno di un cammino da percorrere. Così disegnò una strada…
Saggiamente, Harold sapeva disegnare ciò di cui aveva più bisogno per un viaggio di successo. Modellava confini per sicurezza e paesaggi per trarne indicazioni. Disegnò una barca quando l’acqua si era fatta troppo profonda e abbozzò una torta viola quando gli venne fame (se solo fosse così semplice scarabocchiare un cappuccino!).
Anche noi abbiamo più potere di quanto crediamo per creare le nostre storie. Certo, potremmo avere bisogno di qualche strumento in più di una singola matita. E, data la complessità della vita, non godremo mai del lusso di scrivere la nostra parte su una pagina bianca. Ma quello che abbiamo è la lavagna dei nostri pensieri. E possiamo sempre scegliere le nostre azioni e reazioni a qualunque cosa ci accada. Solo noi possiamo decidere come vederle ed interpretarle. Possiamo lasciare che le nostre esperienze ci controllino, o possiamo vedere ognuna di loro come una lezione per spingerci avanti in modo positivo.
Possiamo tutti capire il potere delle storie. Nei secoli, amanti, eroi e cattivi hanno affrontato infinite avventure su pagine, palcoscenici ed innumerevoli schermi. A volte, siamo gli amanti o l’eroe. Altre, potremmo essere il cattivo o vederci come vittime. E le storie che ci raccontiamo su noi stessi sono le più potenti in assoluto.
Una volta mi sono raccontata la (falsa) storia che non avrei mai potuto essere una persona capace di parlare in pubblico, che nessuno mi avrebbe ascoltata, che né la mia voce né il mio coraggio fossero all’altezza della sfida. Ma imparando sempre più cose di me stessa attraverso la Kabbalah, ho cominciato a riscrivere quella storia. Ho dovuto consapevolmente cancellare quella vecchia favola in cui dubitavo di me stessa e, come Harold, ne ho immaginata e disegnata una nuova – una visione che è rimasta con me attraverso anni di continuo studio, duro lavoro e pratica. Piano piano, ho preso confidenza con la mia dialettica. Accedendo alla connessione con il Creatore, quel dubbio è stato vinto dal mio ancor più grande desiderio di condividere e trasmettere consapevolezza agli altri. Oggi, parlo con sicurezza e gioia in tutti i continenti, con un pubblico che spazia dai pochi alle migliaia. Questo è quello che può succedere quando riscrivi una storia che per te non funziona più. E attraverso questo processo, riuscirai anche a capire che quella vecchia storia non è mai stata vera!
A volte siamo messi alla prova da momenti difficili, tristi, o traumatici. Non li abbiamo scritti o disegnati noi, ma accadono a tutti. Potremmo non essere in grado di cancellarli, ma possiamo scegliere di vederli sotto un’altra luce. Quando Josh, il nostro secondogenito, è nato con la Sindrome di Down, ammetto che, per un momento (o forse diversi momenti), ho immaginato un percorso scuro e difficile davanti a noi. Ma quella narrazione non si è mai manifestata. Perché? Perché attraverso ogni momento e ogni giorno della crescita di Josh, abbiamo scelto di scrivere il racconto in un altro modo. La storia della nostra famiglia è stata piena di meraviglie, benedizioni e immensa crescita. E l’esperienza di avere e crescere Josh, insieme ai suoi tre fratelli, mi ha insegnato così tante lezioni da non riuscire ad elencarle tutte – tra cui pazienza, bontà, altruismo e amore incondizionato.
Ed è così con tutte le nostre sfide. Possiamo vederle come segni di sventura, o possiamo vederle per quello che sono davvero: ricami importanti nel tessuto nel nostro divenire. Dopotutto, uccidere il famoso drago ha sicuramente portato una crescita di gran lunga maggiore di qualunque allegra passeggiata nel giardino del castello. I momenti difficili ci aiutano ad affinare forza e resistenza. Ci insegnano a trovare le benedizioni nei luoghi più bui, dove la Luce del Creatore brilla più luminosa.
Potremmo credere che le nostre storie negative siano troppo radicate per riuscire mai a cambiare. Magari abbiamo sofferto un’infanzia difficile. O forse un fallimento ci ha portato a credere che non potremmo o non dovremmo inseguire qualcosa… o che, in qualche modo, siamo danneggiati dal nostro passato. Ma ciò che pensiamo essere radicato può essere anche rovesciato. Il Rav sottolineava come “l’albero ci dà l’esempio, crescendo contro le leggi della natura, della gravità. Cresce. Va in alto”. Allo stesso modo, se lavoriamo ogni giorno per riscrivere la nostra stessa narrazione negativa – per realizzare che questa è una storia falsa che mi era stata raccontata (o che è stata creata da me) – possiamo sfidare la gravità delle nostre credenze limitate e innalzarci a nuovi inizi.
Quali storie ti stai raccontando che potrebbero trattenerti dal raggiungere uno o più dei tuoi sogni? E quali elementi nella tua storia pensi di aver bisogno di cambiare?
Da qui, inizia la tua bozza! Includi affermazioni che ti spingano verso una trama più positiva:
Come il Rav diceva (e spesso), la consapevolezza è tutto. L’Universo ti incontrerà sempre a metà strada se avrai un forte desiderio e camminerai ogni giorno verso il manifestare ciò che desideri nella vita.
Oggi, considera il potere della matita viola di Harold – e ricorda che anche tu hai il magico potere di creare delle storie. Inizia con una bozza. Inserisci parole, battute e forme man mano che vai avanti. Questa è la tua storia! E la parte migliore? Puoi anche scegliere il tuo colore. O, se ti senti audace, usali pure tutti!