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Come Essere Genitori di Sé Stessi: 4 Consigli per "Crescere" una Versione di SÉ Più Felice e Soddisf

Monica Berg
Luglio 3, 2023
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Abbiamo celebrato le madri. E anche i padri. E i genitori meritano questi onori: credetemi, so quanto possa essere impegnativo il loro lavoro (nel mio caso, quattro volte!). 

Eppure, il genitore di cui spesso abbiamo più bisogno non è “là fuori”. Si tratta piuttosto del genitore dentro di noi, quello che è stato con noi durante ogni difficoltà, ferita e vittoria. Si tratta del “genitore interiore” che ci dice di andare avanti quando abbiamo voglia di arrenderci. Quello che, quando siamo tentati di abbuffarci di Netflix fino alle 3 del mattino o fare il pieno di (ancor più) cibo spazzatura, interviene per dirci di fare la cosa giusta. 

A volte lo ascoltiamo. Altre invece no. Ma sono qui a dirti che il tuo genitore interiore merita un po’ di rispetto. E che qualche volta richiede anche, proprio come una macchina o un corpo, un aggiornamento!

Da dove si comincia? La ricerca nel campo delle scienze sociali ha dimostrato che lo stile genitoriale più efficace - quello che tende a crescere bambini più felici, capaci di un miglior adattamento e più motivati a seguire i propri scopi - combina alte aspettative con un altrettanto alta capacità di presenza, supporto e cura. Come si presenta questo aspetto in una prospettiva di “auto-genitorialità”? 

Quattro consigli per aiutare il tuo genitore interiore a tirare fuori il meglio di te:
 
1) Stabilisci regole ed aspettative (ragionevoli e gentili) per te stesso.

Gli studi suggeriscono che le alte aspettative da parte dei genitori possono essere sane, purché risultino ragionevoli e in equilibrio con tutto il resto. Dopotutto, se non avessimo delle aspettative, come potremmo lottare o definire il nostro scopo nel mondo? Non ce la faremmo proprio. 

Comincia guardando alle aree della tua vita che hanno bisogno di un maggior senso di direzione. Dormi poco o fai poco esercizio? Stai provando a gestire troppe cose senza prenderti cura di te stesso? È il momento di intervenire come genitore! Puoi stabilire delle regole specifiche, come ad esempio: “Farò più scale ogni giorno e non prenderò l’ascensore” o “Luci spente alle 23:00 durante la settimana, nessuna eccezione!”. Oppure puoi pensare in termini più generali, ad esempio decidendo di mangiare in modo più consapevole o aggiungendo un po’ di yoga ai tuoi allenamenti.

D’altra parte, chiediti anche dov’è che stai facendo meno - o puntando a meno - di quanto sai di poter fare. Farlo ti potrebbe far sentire un po’ “indietro” - il che potrebbe spingerti anche a perpetuare pensieri e comportamenti autolesionisti. Affronta qualsiasi dialogo interiore negativo su di te e cerca di capire da dove proviene. Fai pratica a trasformare gli aspetti negativi in positivi: Posso…Credo…Me lo merito. Perché ce la farai, e ne sei capace! Sta a te vedere tutto ciò realizzarsi.

2) ASCOLTA la tua voce interiore.

Un buon genitore è un buon ascoltatore. Se, ad esempio, un figlio si sente ansioso, stressato o sopraffatto, un genitore non si limita a dire: “Dai, superalo”. Un genitore incoraggerà il bambino ad esplorare l’origine di questi sentimenti. C’è un ”colpevole” che causa tutta l’ansia? Essere responsivi significa sintonizzarci con le parti interiori di noi stessi che spesso sono sommerse da tutto e tutti. 

Prenditi il tempo per un controllo di tutte le aree più importanti della tua vita: le tue relazioni, il tuo lavoro e il senso generale del tuo essere. In quali aree ti senti bene? In quali c’è bisogno di attenzione? Se ti permetti di rimuginare sulla tristezza per qualunque cosa, allora non stai ascoltando la tua verità. Se vai a lavoro ogni giorno e torni a casa insoddisfatto, ancora una volta non stai ascoltando né onorando te stesso.

Questa settimana, presta attenzione a quelle aree che sembrano “fuori posto” e fai dei passi per correggere questi squilibri. Cerca sostegno dove credi di averne bisogno, sollecita la comunicazione quando è necessaria… ASCOLTA davvero i messaggi che la tua mente, il tuo cuore e la tua anima ti stanno inviando. Sono i tuoi consiglieri più saggi.

3) Prenditi del tempo semplicemente per ESSERE.

C’è un motivo per cui si fanno delle pause, o ci si incontra per giocare, o per cui ci sono parchi con altalene e giochi. Il GIOCO non solo è importante per tutti i bambini da un punto di vista dell’intrattenimento, ma è anche essenziale per la crescita interiore. Secondo la Dott.ssa Gwen DeWar, bio-antropologa: “Il gioco e l’esplorazione conducono alla neurogenesi - la nascita di nuove cellule cerebrali - nell’area dell’ippocampo che svolge un ruolo chiave nell’apprendimento e nella memoria". 

Giocando, possiamo scoprire, senza impedimenti. È il gioco che ci permette di entrare in contatto con i nostri ritmi e di essere presenti nel momento, lontano dalle pressioni che spesso avvertiamo per essere produttivi o “attivi” nel mondo. E questo può fare miracoli in tutte le altre parti della nostra vita!

Possiamo trarre benefici simili dalla pratica del “non tempo”, che è la cugina meno interattiva del gioco. Per fare un esempio: alcune delle idee migliori di Albert Einstein gli sono venute mentre navigava in silenzio sulla sua barca a vela. Steve Jobs è arrivato ad alcune delle sue invenzioni più rivoluzionarie mentre sognava ad occhi aperti. Morale della favola? Il lusso della noia è ben lontano dall’essere una perdita di tempo. Al contrario, ci apre al PIACERE del tempo! 

Non mi credi? Prova a mettere in agenda del tempo per il “gioco” o per il “non tempo”. Non si sa mai quale magia potrebbe portare! 

4) Abbraccia il cambiamento e coltiva una mentalità di crescita. 

Il filosofo greco Eraclito rimarcava come l’unica costante nella nostra vita è il cambiamento. E ogni genitore può confermarlo, dal momento che, nel corso degli anni, abbiamo visto i nostri figli trasformarsi in creature molto diverse (alcune più attraenti di altre!). Detto questo, io che mi sono autoproclamata dipendente dal cambiamento, li ho accolti tutti. Cercare di contrastare il cambiamento è la ricetta per vivere una vita pesante e soffocante. Allora perché non affrontarlo, accoglierlo e farlo funzionare per noi? Il cambiamento, sia esso positivo o sfidante, è sempre una benedizione!

E quasi sempre comporta degli errori. Fidatevi di me, ho affrontato grandi paure - e più di qualche errore - nel mio viaggio da ragazza timida che aveva paura di dire le cose ad insegnante e relatrice a livello internazionale. Certo, crescere ha comportato una dose di dolore…ma quel dolore l’ho accolto! Questo perché quelle performance non proprio brillanti mi hanno aiutato ad avere più risorse, a sentirmi più sicura di me e più espressiva (nei miei giorni migliori!). 

La Kabbalah insegna che l’unica strada verso la soddisfazione e la crescita è uno sforzo costante. Non ci sono scorciatoie per la saggezza e nemmeno trucchetti per arrivare alla maestria. L’unico modo per diventare chi vogliamo è permetterci di sperimentare, di sbagliare e di riprovare finché non ci riusciamo. 

Quando gli veniva chiesto di parlare dei suoi esperimenti fallimentari, Thomas Edison rispondeva: “Non ho fallito; ho solo trovato 10.000 modi in cui non funziona”. Ti incoraggio non solo ad accettare i tuoi errori, ma anche ad essere grato della crescita che portano! 

Infine, nella Gerarchia dei Bisogni di Maslow, l’Amore e il Senso di Appartenenza sono fondamentali per raggiungere l’auto-realizzazione. Nell’intraprendere l’avventura di essere genitori di sé stessi, è importante sapere che non è mai troppo tardi (o troppo presto!) per alimentare il senso di amore per sé stessi. Perché quando sei genitore di te stesso, puoi essere il “genitore ideale” che hai sempre desiderato. Sei TU a decidere.

Quindi, comincia adesso…da dove ti trovi. Prendi delle decisioni oggi! Come il grande kabbalista Hillel il Vecchio disse una volta: “Se io non sono io per me stesso, chi altro lo sarà? Se non sono io per gli altri, cosa sono? E se non ora, quando?”


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