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Il Segreto dell’Oggi

Michael Berg
Gennaio 21, 2024
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Nella porzione di Beshalach, Mosè usa il potere dei 72 Nomi di Dio per creare il grande miracolo della Divisione del Mare. Tuttavia, prima di poterlo fare, Mosè dice agli Israeliti qualcosa che in senso letterale sembra superfluo o eccessivamente drammatico, ma che in realtà contiene il segreto necessario per attingere alla Luce dei miracoli nella nostra vita… e senza questo segreto, non siamo in grado di connetterci a questo potente Shabbat.

“Senza questo segreto, non siamo in grado di connetterci a questo potente Shabbat”.

Mosè dice: hityatzevu ur’u et yeshuat Hashem asher ya’aseh lachem hayom, “Akzati e vedrai gli straordinari miracoli che il Creatore compirà oggi per te”. Ci sono molti segreti in questo versetto, ma quello su cui voglio concentrarmi risiede nell’ultima parola, hayom, “oggi.” Qual è il segreto di questa parola, hayom?

Per spiegarlo, i kabbalisti riportano un insegnamento di Rav Moshe Lev di Sasov, che parla di un versetto completamente diverso. La storia di Jacob, che prima di lasciare questo mondo, decise di benedire le 12 Tribù, i 12 canali della Luce. Innanzitutto, però, anche lui disse qualcosa che è necessario capire: vayevarchem bayom hahu, “Li benedisse quel giorno.” Di nuovo, la parola “giorno”. Tuttavia, non sappiamo che giorno della settimana fosse, e storicamente non c’è alcun significato per il giorno della settimana o l’anno in cui avvenne. Allora, perché il versetto ci dice che li benedisse bayom hahu, in quel giorno?

Rav Moshe Lev di Sasov spiega che Jacob li benedissi affinché avessero la certezza nell’oggi e non permettessero ai loro dubbi e alle loro paure di accompagnarli nel giorno successivo. Quindi Jacob, prima di aprire a questo mondo le Porte delle Benedizioni, insegna una molto importante: solo quando arriviamo al livello di consapevolezza dell’oggi – il che significa vivere entro i limiti di questo giorno senza permettere che un dubbio o una preoccupazione per il domani o un rimpianto per ciò che è accaduto ieri entrino – potrà darci le sue benedizioni. La benedizione che Jacob diede ai suoi figli fu hayom. “Vi dò la benedizione, il potere e la capacità di venire a vivere in questo giorno.”

I kabbalisti insegnano che Mosè non sarebbe stato in gradi di usare il potere dei 72 Nomi di Dio per creare il miracolo della Divisione del Mare se non avesse elevato gli Israeliti di allora alla consapevolezza di questo giorno; una consapevolezza in cui non abbiamo incertezze o paure per ciò che accadrà domani o rimpianti per ciò che è accaduto ieri. Vivere nel segreto di questo giorno è un prerequisito per connettersi alla Luce del Creatore e risvegliare i miracoli nella nostra vita; questa è la regola. Ma ora cerchiamo di caprine la logica spirituale.

Ogni Shabbat, cantiamo la canzone basata sul versetto baruch Hashem yom yom, “La Luce del Creatore è infusa nel giorno.” Se una persona si sveglia con una preoccupazione oggi, perderà la connessione con la Luce del Creatore, ma se una persona si sveglia con preoccupazioni o dubbi sul prossimo giorno, mese o persino anno, prenderà l’oscurità del domani, o del prossimo mese, e la porterà nell’oggi. In questo modo, non permette alla Luce del Creatore di fluire perché ha portato l’oscurità in questo giorno.

Lo ripeto perché è molto importante: il dubbio del domani, della prossima settimana, del prossimo mese o del prossimo anno impedisce alla Luce del Creatore di entrare in questo giorno. Se una persona non vive nell’oggi, lo priva delle sue potenziali benedizioni.

“Se una persona non vive nell’oggi, lo priva delle sue potenziali benedizioni”.

Mosè voleva compiere questo straordinario miracolo, aveva gli strumenti, aveva i 72 Nomi e fu in grado di farlo. Tuttavia, se gli Israeliti non si fossero elevate al livello di hayom, oggi, se avessero iniziato a preoccuparsi del domani o del mese successivo, avrebbero portato quell’oscurità in quel giorno, rendendo Mosè incapace di creare la Divisione del Mare. Il messaggio da comprendere è quindi il seguente: anche se abbiamo gli strumenti più potenti e il potenziale di connessione, se non siamo in grado di vivere nel regno di hayom, allora priviamo l’oggi delle sue benedizioni.

Ecco perché Jacob ha dato prima la consapevolezza di hayom hazeh, hayom hahu, quel giorno e poi ha elargito le sue benedizioni. In effetti, quando cominciamo a comprendere il segreto di hayom ci rendiamo conto che questa parola appare spesso in tutta la porzione di Beshalach, come nel caso del miracolo della manna. Gli Israeliti si trovano nel deserto, non hanno alcuna fonte di cibo, eppure ogni giorno avviene un miracolo: ogni giorno scende dal cielo una quantità di bo sufficiente. I kabbalisti insegnano che la manna non rappresenta necessariamente il cibo fisico, ma piuttosto il livello di consapevolezza in cui il nostro unico obiettivo è l’oggi, in cui non abbiamo nemmeno l’inizio di un pensiero, di una preoccupazione o di un dubbio sul domani, perché solo una persona a quel livello di consapevolezza può essere completamente connessa alla Luce del Creatore. Pertanto, quando si dice che la Torah è stata data solo a coloro che mangiano la manna, ci si riferisce ad una persona che ha raggiunto la consapevolezza di vivere il segreto di hayom.

Ogni mattina, tutta la Luce, le benedizioni e l’assistenza di cui abbiamo bisogno per quel giorno sono pronte a scendere. Tuttavia, cinque minuti o un’ora dopo il risveglio, iniziamo a preoccuparci del domani e blocchiamo la Luce che è destinata a giungere a noi. Ma il miracolo della divisione del Mare, e tutti i miracoli e le benedizioni di cui abbiamo bisogno, non possono verificarsi o rivelarsi nella loro totalità finché non lavoriamo, imploriamo e desideriamo raggiungere il livello di consapevolezza per vivere nel segreto di hayom. E nello Shabbat Beshalach, abbiamo il dono di chiedere il segreto dell’oggi, comprendendo che quando lo raggiungeremo, saremo in grado di ricevere il flusso completo di benedizioni e di Luce disponibili per noi.


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