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Resilienza, in ogni stagione

Monica Berg
Luglio 25, 2022
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Da Newyorkese, conosco i pericoli di una pesante bufera di neve. A volte ci sono diversi centimetri di neve ed essa finisce per ricoprire macchine e marciapiedi, oltre a far crollare i tetti. (Mi rendo conto che sia uno sforzo immaginare questo in una calda giornata di Luglio ma, fidatevi di me, non manca molto). Eppure, quando il ramo di un albero sano incontra la neve, ha una buona possibilità di tollerarne il carico per via della sua flessibilità. Si è piegato ed adattato ad ogni brezza, ogni temporale e ad ogni scoiattolo che ha saltato sopra di lui. E, con ogni movimento, il ramo si è fatto più forte. È così che fa la natura: accetta quel che viene e continua a crescere!

Anche noi siamo resilienti per natura - come ci fanno vedere tutti i giorni u bambini. (Ricordate i giorni del: “Qualcuno ha un cerotto per questa grande ferita? Perfetto. Continua a giocare!”). Ed ora la scienza ha dimostrato che la resilienza - cioè la capacità di superare e persino crescere attraverso le avversità - è la regola, non l’eccezione, per persone di tutte le età. In uno studio del 2004, condotto da Linley e Joseph, fino al 70% delle persone che avevano riscontrato un trauma hanno riportato una crescita psicologica positiva come risultato del momento difficile..

Ancora meglio, la ricerca suggerisce che la resilienza si può praticare e rafforzare! La dottoressa Lucy Hone, una leader riconosciuta nel campo della psicologia della resilienza, ha compreso questa idea molto prima di doverla poi sperimentare in prima persona. Aveva lavorato con i sopravvissuti agli uragani per anni, quando, mentre si trovava in un viaggio con la sua famiglia, la sua bambina, poco meno che adolescente, rimase tragicamente uccisa in un incidente stradale. A quel punto, qualunque consiglio proveniente da un manuale le sembrava inutile. Mise tutto in discussione, compresa anche la sua capacità di continuare a vivere. Eppure, la dottoressa Hone andò avanti - e da quel momento è diventata una stimata autrice che, nelle sue conferenze, ha aiutato migliaia di altre persone ad attraversare momenti drammatici nella vita.

Ha identificato i tre step più essenziali in direzione di una maggiore resilienza:

  1. Riconoscere che il dolore e i momenti difficili sono una parte della vita. Pensare altrimenti - malgrado tutti quei sorrisi sui social media provino a convincerci del contrario - è negare la verità dell’esistenza. Eppure, proprio come l’ombra da la forma alle cose della natura, così anche le nostre sfide portano sfumature di significato al quadro generale delle nostre vite.
     
  2. Cercare - ed accettare - il bene. Potrebbe trattarsi della gentilezza degli amici durante un lutto o una malattia, le nuove possibilità che si aprono dopo la perdita di un lavoro, o le altre benedizioni per le quali si può comunque essere grati.
     
  3. Andare alla ricerca di pensieri ed azioni positivi. Questa è l’azione più importante che possiamo fare in qualunque momento del giorno. Chiediamoci continuamente: “Quello che sto facendo o pensando ADESSO è buono per me? Mi porta avanti, mi fa crescere…mi aiuta a guarire?”. È così che manteniamo una certa misura di controllo anche quando le cose sembrano non averne affatto.

La Kabbalah insegna che i nostri momenti di oscurità portano con sé una opportunità di grande luce. Questo non vuol dire che la resilienza sarà una cosa facile, che si può imparare in un batter d’occhio. Richiede tempo. Richiede sforzo. E spesso, i doni che si nascondono dentro o intorno alle nostre sfide non si rivelano come tali se non molto tempo dopo. Micheal ed io non avremmo mai immaginato le benedizioni che sarebbero arrivate dopo che il nostro secondo figlio, Josh, ha ricevuto la diagnosi della Sindrome di Down quando è nato. In quel momento, ero sconvolta dalla paura del futuro (soprattutto per il suo). Eppure, con ogni piccolo passo che abbiamo fatto nei giorni, nelle settimane, nei mesi e negli anni a venire, sempre più luce ha brillato! Josh ha portato più benedizioni di quante chiunque di noi che lo conosciamo possa riuscire a contare.

Non si deve aspettare che giunga un momento tragico per fare pratica con la propria abilità non solo di sopravvivere ma anche di prosperare attraverso i momenti più complicati della vita. Che si stiano avendo dei problemi a lavoro, ci si trovi imbottigliati nel traffico, si abbia un piccolo problema di salute o qualcos’altro di più grande - ricordiamoci di non essere soli. Cerchiamo il bene intorno a noi. Concentriamo i nostri pensieri e le nostre azioni sulla guarigione e sulla crescita. Questo perché trattare a male parole chi guida davanti a noi non separerà il traffico come Mosè fece con le acque del Mar Rosso. Tuttavia, ascoltare un audiolibro o il mio podcast Spiritually Hungry potrebbe rilassarti ed insegnarti anche un paio di cose nell’attesa!
Insomma, sii gentile con te stesso. Prenditi il tempo che ti serve. Sappi che, alla fine, anche la foresta arida fiorirà ancora di nuova vita. Cresceranno nuovi alberi ed anch’essi impareranno a piegarsi senza rompersi - ad affrontare la vita in tutta la sua pienezza, indipendentemente da quel che accade.


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