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Luce ed Oscurità Coesistono Sempre Dentro di Noi

Kabbalah Centre
Ottobre 14, 2020
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Beresheet è il primo Shabbat dell’anno, la prima lettura dell’anno. I kabbalisti spiegano che in questo primo Shabbat e in questa prima lettura iniziamo davvero a rinnovare il nostro lavoro spirituale per l’anno. Vorrei quindi concentrarmi su un insegnamento tratto dalla storia di Caino e Abele che ci dà un’idea ed una direzione da seguire quando iniziamo un nuovo anno e il suo lavoro spirituale.

Il Ramban, Nachmanides, ci racconta che Adamo ed Eva, e i loro figli Caino e Abele, coltivavano campi e allevavano bestiame. A quei tempi non c’era nessun altro sulla Terra, quindi avevano risorse infinite. Un giorno, Caino dice: “Non ha senso che prendiamo solo per noi stessi e non creiamo, attraverso le nostre risorse e ricchezze, una connessione con la Luce del Creatore”. Quindi Caino raggiunge, come ci dice Nachmanides, uno stato di chiarezza e di connessione con la Luce del Creatore straordinariamente elevato, dicendo che anche se erano solo loro e potevano condividere solo tra di loro, voleva ugualmente offrire quello che si chiama un sacrificio. L’idea del sacrificio è una connessione, un avvicinamento, tra l’individuo e la Luce del Creatore. E il Ramban parla a lungo dello straordinario stato di consapevolezza e di connessione che Caino raggiunse nel giungere a questa comprensione.

Caino compie un sacrificio e un’azione di condivisione per risvegliare questa connessione tra sé e la Luce del Creatore e la consapevolezza di non essere qui solo per prendere per sé. Poi si dice che Abele vedendo suo fratello raggiungere lo stato di consapevolezza e, anche se chiaramente era a un livello inferiore non era in grado di raggiugere la stessa chiarezza da solo, vide l’importanza della condivisione e disse: “Imparerà da te, fratello mio”. Quindi, in questo momento, se dovessimo misurare il livello di connessione, la crescita spirituale e il livello di elevazione, Caino è al suo apice e Abele lo segue a ruota .

E Caino, pur essendo il primo a capire che deve fare un’azione di restituzione, sceglie di condividere solo i raccolti peggiori. Pensa a questo per un momento. Nel mondo in quel momento non c’era nessun altro. Quindi, qualsiasi cosa crescesse, quelle quattro persone, Adamo, Eva, Caino e Abele, avrebbero potuto avere tutto ciò che volevano. E Caino, a questo alto livello di comprensione e di consapevolezza, disse: “Devo in qualche modo compiere un’azione di condivisione verso il Creatore per dimostrare che non voglio semplicemente ricevere per me stesso. Ci sono ettari ed ettari di frutta e verdure che io e le persone sulla Terra non finiremo mai, ma darò dalla parte più povera, la meno pregiata, dei raccolti”.

Come è possibile che Caino possa avere chiarezza da un lato, ma dall’altro possa essere così stupido?

Tuttavia, Abele, sebbene avesse un livello di consapevolezza inferiore, disse: “Se devo dare qualcosa in cambio e c’è così tanto che nessuno di noi potrà mai finirlo, lasciatemi prendere il meglio del mio bestiame”. Pertanto, il Creatore dice: “Questo determinerà una connessione con Abele, ma non con Caino, perché ha scelto di offrire il più scarso, il peggio del raccolto”. Quindi il sacrificio, l’azione di Abele fu accettata, mentre quella di Caino no. Di nuovo, come abbiamo detto, Caino era molto elevato, ma allo stesso tempo anche molto stupido; una Luce straordinaria risiede allo stesso tempo nel buio.

Ora Caino è depresso e turbato. Dice a sé stesso: “Io sono quello più elevato, io sono quello più connesso. È stata mia l’idea di offrire un sacrificio al Creatore, e sì, è vero che ho commesso uno stupido errore e ho scelto di non portare il meglio, ma perché il Creatore avrebbe accettato da Abele e non da me?” Il Creatore va da lui e dice: “Non essere così turbato. Si tratta di una crescita. Hai solo bisogno di imparare, di eliminare un po’ di quella oscurità che esisteva dentro di te. Devi solo continuare a crescere. Sei sulla strada giusta. Sei connesso. Stai crescendo. Continua a rimuovere un po’ di stupidità e cecità che è dentro di te”. Il Creatore si rivolge direttamente a lui e cerca di guidarlo su un percorso spirituale, ma Caino non riesce ad accettarlo. Dice che è tutta una menzogna. Anche se il Creatore gli sta parlando e lo sta guidando, egli dice a sé stesso che il Creatore non esiste e, come tutti sappiamo, va ad uccidere suo fratello Abele.

Quando il Creatore va da Caino dopo che questi ha ucciso Abele e gli chiede dove sia suo fratello, Caino dice di non averne idea. Ma non sta mentendo solo al Creatore, sta mentendo anche a sé stesso. Era in uno stato di negazione, di cecità e di oscurità tale da convincersi di non aver fatto nulla di male. Ma anche se nulla può essere peggio di un omicidio, anche in quel momento di tremenda oscurità, esisteva ancora una straordinaria Luce dentro Caino.

Osservando su questa storia, vediamo una grande Luce, una grande oscurità, una grande chiarezza e una grande stupidità. Perché, e questa è la comprensione più importante, spesso pensiamo di essere in un solo stato: sono una persona molto buona in questo momento, in questo giorno o in questa settimana, ma potrei non essere una persona così grande la prossima settimana o il prossimo mese. Ma ciò che deve essere chiaro, e questo ha molte importanti ramificazioni, è che proprio ora, mentre siamo seduti qui, dobbiamo sapere che anche se in questo momento stiamo sentendo un’enorme connessione e agiamo in modi straordinariamente buono, anche ora l’oscurità risiede in noi. E al contempo, quando sentiamo un’enorme quantità di oscurità e negatività, dobbiamo sapere che anche una grande Luce risiede in noi.

Non è che passiamo da uno stato di Luce ad uno di oscurità, e viceversa. È che quasi sempre, finché non completiamo il nostro cammino e la nostra elevazione, in ognuno di noi in ogni momento c’è sia una grande Luce che una grande oscurità. Quindi, ciò che dovremmo innanzitutto comprendere da questo è come anche nei momenti di grande chiarezza e connessione potremmo essere ciechi di fronte a qualcosa. Ogni volta che giudichiamo gli altri in maniera esteriore, in realtà è il modo in cui guardiamo noi stessi.

Pertanto, dobbiamo essere consapevoli che l’oscurità e la Luce esistono in noi nello stesso momento. Perché quando ne siamo consapevoli, possiamo dire: “Anche se sono in uno stato di connessione e di elevazione, forse c’è dell’altro che devo fare. E forse dovrei dare qualcosa di meglio”. L’umiltà deve esistere anche quando pensiamo di essere connessi e di vedere con chiarezza. L’umiltà deve esistere perché dobbiamo sapere che anche nei più grandi stati di connessione, l’oscurità esiste ancora dentro di noi. Perciò, con umiltà, dobbiamo sempre ricordare che ciò che pensiamo di vedere con chiarezza, forse non lo vediamo al 100% - sia per quanto riguarda gli altri, sia per quanto riguarda noi stessi. Dobbiamo essere consapevoli del fatto che la Luce e l’oscurità non esistono in momenti diversi, ma contemporaneamente dentro di noi.

L’insegnamento che deriva dalla porzione di Beresheet è l’umiltà che deve esistere nel modo in cui vediamo noi stessi e ciò che stiamo facendo. Sì, ho le idee chiare su questo, ma c’è dell’altro intorno a me che non vedo? C’ dell’altra oscurità che devo ancora rimuovere? Solo perché ci sentiamo profondamente connessi, non significa che l’oscurità non esista.


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