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Avere una Visione dello Scopo della Nostra Anima

Michael Berg
Giugno 27, 2022
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L’inizio del mese, Rosh Chodesh, o la Luna Nuova, è un momento molto importante perché qualsiasi consapevolezza nutriamo in quelle prime 24 ore rappresenta ciò che possiamo manifestare nel corso del mese. È quindi importante, quando entriamo in ogni nuovo mese, comprendere ciò che è disponibile per noi in modo da poter risvegliare quella consapevolezza. Così, mentre entriamo nel mese del Cancro, o Tammuz, vogliamo conoscere quali sono i doni a nostra disposizione in moda da sapere su cosa concentrarci.

"Perché sono qui?”

Nel Libro della Formazione, una delle opere kabbalistiche più antiche, scritta da Abramo il Patriarca, si parla delle diverse energie di ciascuno dei dodici mesi e viene spiegata la particolarità del mese del Cancro: durante questo mese furono creati gli occhi, la capacità di vedere. Ovviamente, quando si parla di vedere, non ci si riferisce semplicemente alla capacità fisica di vedere; c’è qualcosa di molto più profondo e importante dietro a questa comprensione. Per questo motivo, vorrei condividere un’idea sulla visione spirituale e sul modo in cui possiamo guardare alla nostra vita in modo diverso da quello attuale.

L'idea si ricollega alla storia delle 12 spie raccontata nella porzione di Shlach Lecha della Torah. Quando gli israeliti lasciarono l’Egitto, giunsero al confine con quella che fu chiamata la Terra d’Israele ed inviarono dodici spie affinché tornassero a riferire sul territorio. Dopo quaranta giorni dieci delle dodici spie tornarono e raccontarono cose terribili: gli abitanti erano giganti, molto più forti degli israeliti e non avrebbero mai permesso agli israeliti di vivere in pace. Pertanto, dissero, non era assolutamente una buona idea per loro cercare di entrare nel paese. E come molti di noi sanno, la maggior parte degli israeliti credette ai racconti terribili delle dieci spie e decisero di non entrare. Nessuno di quella generazione mise mai piede nella Terra d’Israele.

Voglio quindi concentrarmi su una domanda che i kabbalisti si pongono. Le spie furono inviate da Mosè per tornare con un rapporto e quello che dissero fu assolutamente la verità: questo popolo era composto da giganti, impossibile da sconfiggere. Le persone che vivevano nella regione non avrebbero permesso a questo grande gruppo di persone di entrare e vivere in pace. Qual era dunque lo scopo di inviare le spie se Mosè già sapeva che il loro solo resoconto veritiero sarebbe stato che si trattava di un compito impossibile?

"Qual era dunque lo scopo dell’invio delle spie?”

La risposta dei kabbalisti non riguarda solo quella storia, ma soprattutto la nostra vita. Ognuno di noi viene al mondo per realizzare determinate cose e per influenzare un certo numero di persone. Forse è solo la nostra famiglia, forse è il nostro Gruppo di amici, o forse è ancora più esteso di così, ma ognuno di noi ha un compito specifico in questo mondo che non può essere realizzato da nessun’altra persona. Come facciamo a percepire la visione di quello che è il compito, lo scopo della nostra anima? Come facciamo a sapere se stiamo andando nella direzione giusta?

I kabbalisti ci dicono che se lo scopo della nostra anima in questo mondo ci sembra possibile, se crediamo di avere la saggezza, i mezzi e le capacità per raggiungerlo, allora non è il nostro scopo. Infatti, lo scopo per cui siamo venuti al mondo dovrebbe sembrarci quasi impossibile da realizzare dal punto in cui ci troviamo ora. Se pensiamo di aver compreso il perché siamo qui e pensiamo di poter vedere come realizzarlo, ci sbagliamo. Avere una vera visione del nostro scopo significa chiedersi: “Come posso realizzarlo? Anche se sento che è il mio scopo, non vedo come posso realizzarlo”. Se ci poniamo queste domande, allora siamo sulla strada giusta perché ciò di cui abbiamo bisogno per raggiungere lo scopo per cui siamo venuti al mondo è molto più grande delle nostre attuali capacità.

Tornando alla storia delle spie, ci siamo chiesti: perché Mosè ha mandato le spie sapendo che sarebbero tornati con un rapporto schiacciante? Proprio perché voleva dire agli israeliti e a noi: “Guardate la vostra vita, guardate il vostro scopo e chiedetevi sempre: “Perché sono qui?””. E se abbiamo una visione di questo e pensiamo che sia fattibile e non è schiacciante, allora non stiamo andando nella direzione giusta: qualunque sia il nostro scopo, sarà intrinsecamente schiacciante. Ed è per questo motivo che le spie dovevano tornare dagli israeliti e dire: “Questa è un’idea meravigliosa. Potrebbe anche essere il motivo per cui siamo in questo mondo, ma non possiamo assolutamente realizzarla”. Se lo avessero fatto, avrebbero scavato più a fondo in loro stessi e nella loro connessione con la Luce del Creatore e sarebbero stati in grado di scoprire nuove forze, abilità e saggezza. Tuttavia, hanno detto che era opprimente e quindi hanno rinunciato. Questo è stato l’errore: il loro pensiero successivo avrebbe dovuto riguardare il motivo per cui erano in questo mondo, per poi trovare la forza, la connessione e la saggezza per realizzarlo.

Uno dei modi per sapere davvero se qualcosa è il nostro scopo è pensare a qualsiasi cosa sentiamo possa essere e chiederci se per noi è opprimente. Se ci sembra qualcosa per cui non abbiamo tutte le capacità, allora probabilmente abbiamo ragione a pensare che sia il nostro scopo. Ma se guardandolo e diciamo: “Èper questo che sono qui. Certo, mi ci vorrà del tempo, ma lo realizzerò”, allora non stiamo vedendo la visione totale dello scopo della nostra anima. Si tratta di una visione che desideriamo davvero avere e a cui possiamo attingere in questo mese del Cancro. Vogliamo essere in grado di vivere ogni singolo giorno della nostra vita almeno con la consapevolezza che stiamo andando nella direzione di realizzare lo scopo della nostra anima in questo mondo, uno scopo che è unico solo per noi. E, se lo chiediamo, avere una visione di questo scopo è un dono che possiamo ricevere nel mese del Cancro.


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