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Concentrarsi sulla Scintilla di Bontà

Michael Berg
Dicembre 31, 2023
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Questo articolo è stato precedentemente pubblicato nel 2020.

Attraverso la porzione di Shemot, possiamo iniziare a risvegliare la parte della nostra anima necessaria per arrivare alla Redenzione Finale; la lettera numero 27 di Beloved of My Soul contiene un punto fondamentale che Rav Brandwein insegna a mio padre, Rav Berg, su questo importante insegnamento.

“Cosa significa amare l'altro come noi stessi?”.

Mosè, come sappiamo, voleva porre fine a tutte le sofferenze e alla morte nel mondo, facendo tutto il possibile per assistere gli israeliti mentre erano in schiavitù in Egitto. Ma allora perché, si chiede Rav Brandwein, Mosè ha detto di no quando il Creatore gli disse che sarà lui a porre fine a tutto il dolore e alla sofferenza? Tra Mosè e il Creatore ci fu una discussione di una settimana, durante la quale Mosè non solo non colse l'opportunità, ma continuò a respingere la richiesta. Quindi, come lo interpretiamo?

Mosè si prendeva cura degli israeliti, ma non nel modo in cui la maggior parte di noi si prende cura. Noi vediamo qualcuno che soffre e pensiamo: "Lo aiuto oggi, anche se domani potrebbe soffrire di nuovo". Ma Mosè no. Mosè era ad un livello completamente diverso. Non voleva far parte di nulla che non fosse eterno; per Mosè, qualsiasi cosa facesse doveva far parte della Redenzione Finale. Immaginate quanto sia diversa questa consapevolezza da quella della maggior parte di noi. La maggior parte di noi è felice se riesce a risolvere un problema per qualcuno. Ma Mosè, in ogni momento della sua vita, si è assicurato che qualsiasi cosa toccasse facesse parte della rimozione eterna del dolore, della sofferenza e della morte.

“Deve esserci un nuovo livello d’amore”.

Con ciò, possiamo capire perché Mosè respingeva la Luce; respingere la Luce è ciò che crea un vaso più grande! Se Mosè avesse accettato che il Creatore gli desse la capacità di portare la Redenzione agli Israeliti in Egitto, a quel punto sarebbe stato molto limitato in ciò che poteva fare per aiutare. Anche se la maggior parte di noi ne sarebbe rimasta soddisfatta, Mosè non lo era. Mosè respinse la Luce, dicendo: "Voglio di più. Voglio il potere di fare di più!". L'intera settimana di tira e molla tra Mosè e il Creatore, quindi, non era in realtà una discussione in cui Mosè diceva: "Non voglio farlo, non sono sicuro di poterlo fare", ma piuttosto era Mosè che dava vita ad un vaso più grande, spingendo la Luce a rivelare ancora di più.

Il Creatore disse allora a Mosè che l'unico modo per dare vita alla Redenzione era "Amare il tuo prossimo come te stesso". E, affinché ciò avvenga, il Creatore disse a Mosè di prendere con sé Aronne - che rappresenta l'energia della Colonna destra, l'energia della Misericordia - e insieme insegnare agli israeliti questo concetto, questa comprensione, dell’"ama il tuo prossimo come te stesso". Questo è il lavoro che Mosè e Aronne hanno iniziato: andare dagli Israeliti e, come dice Rav Brandwein, forzare in loro questo risveglio d'amore.

Affinché la Redenzione avvenga, deve esserci un nuovo livello di amore; questo è il segreto che Rav Brandwein svela a Rav Berg, e che il Creatore svelò a Mosè tempo fa, e a noi oggi. Ma perché? Perché deve esserci un nuovo livello di amore? Il Midrash si chiede come mai, se gli israeliti si trovavano in quella che viene chiamata la 49ª porta della negatività, hanno meritato la Redenzione Finale? Cos'è che ha permesso agli Israeliti di essere salvati, anche se erano ad un livello basso?

Ecco la risposta, ed un bellissimo insegnamento. Ciò che ha permesso la redenzione dall'Egitto è stato lo sguardo del Creatore su una parte dell'anima degli Israeliti, quella che si trova all'interno di ogni individuo, che non viene mai danneggiata, nemmeno dalle azioni negative che un individuo compie. E poiché il Creatore non si è concentrato sulla persona che si trovava al 49° livello di negatività, ma piuttosto sulla parte dell'anima di quella persona che non viene mai danneggiata, la parte perfetta che ognuno di noi possiede, la Redenzione è potuta arrivare. Così, i kabbalisti ci insegnano che il motivo per cui gli Israeliti meritarono la redenzione dall'Egitto fu perché il Creatore guardò alla parte perfetta in ognuno di loro.

Ma, cosa più importante, come possiamo risvegliarlo per noi stessi? La risposta credo sia molto semplice. Sappiamo che come una persona si comporta, così la Luce del Creatore si comporta con lei, e come noi ci comportiamo con gli altri, così la Luce del Creatore si comporta con noi. Ciò significa che se noi troviamo la scintilla di bontà in qualcuno quando lo vediamo fare qualcosa di negativo, allora il Creatore ci guarderà e, indipendentemente da ciò che facciamo, si concentrerà solo sulla scintilla di bontà in noi.

Ci sono due modi per ottenere la Redenzione: far sì che tutti siano perfetti, cosa che non accadrà mai, o arrivare al punto in cui il Creatore si concentra solo sulla parte di noi che è perfetta. Come si fa? Dicendo agli Israeliti, e a noi stessi, di risvegliare l'amore, il che significa che quando vediamo qualcuno che ha fatto cose terribili, diciamo: "Non mi importa di tutte le cose terribili che questa persona ha fatto. Mi concentro solo sul suo lato positivo".

Che cosa significa, allora, amare un altro come amiamo noi stessi? Dimenticare tutte le cose negative che ha fatto e concentrarsi solo sull'anima perfetta e sulla bontà che ha dentro di sé. Gli Israeliti hanno meritato che la Luce si concentrasse solo sulla loro bontà perché si sono concentrati sulla bontà degli altri. Questo è il segreto per cui Rav Brandwein dice a Rav Berg, così come il Creatore disse a Mosè e Aronne, che tutti noi dobbiamo andare a risvegliare dentro di noi l’"Ama il tuo prossimo come te stesso".

La Redenzione finale avverrà quando il Creatore si concentrerà solo sulla scintilla di bontà all'interno di un numero sufficiente di persone. Come avverrà? Quando anche un numero sufficiente di noi si concentrerà solo sulla scintilla di bontà all'interno di tutti gli altri.


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